Un indovino mi disse -pagoda

Un indovino mi disse, il viaggio di Terzani nella divinazione orientale

Hai mai creduto alle previsioni del tuo oroscopo per la giornata? Essere scettici in merito alle predizioni forse fa parte del nostro essere occidentali. Ma in altre parti del mondo le cose non stanno proprio così. A testimoniarlo un grande del giornalismo italiano, scomparso prematuramente all’età di 66 anni. Mi riferisco a Tiziano Terzani, fiorentino di nascita, grande amante della cultura orientale, che per decenni ci ha raccontato i fatti più importanti dall’Estremo Oriente. È proprio nel sud-est asiatico, dove si era trasferito come corrispondente per il settimanale tedesco Der Spiegel, che fa un incontro importante. Nel lontano 1976 un indovino cinese lo avvertì che nel 1993 sarebbe stato vittima di un incidente aereo. Bisognava crederci o si trattava dell’invenzione di un malfattore? Da quella profezia nasce una storia incredibile, raccontata nel libro “Un indovino mi disse”, in cui introspezione, giornalismo e profezie si fondono insieme.

Un indovino mi disse: lo scetticismo di un europeo in Asia

Molti anni sono trascorsi da quel 1976 ma sul finire del 1992, Terzani si ricorda dell’avvertimento di quell’uomo e decide di seguire il suo consiglio. Per tredici mesi, in barba a tutte le regole della modernità che privilegiano la rapidità alla riflessione, il giornalista decide di viaggiare con mezzi alternativi. Auto, treno, nave. Tutto, fuorché gli aerei. E a quanto pare la storia darà ragione a quel vecchio uomo incontrato tanti anni prima. Nel corso del 1993, un elicottero con a bordo una decina di giornalisti (compreso il collega che aveva preso il posto di Terzani) precipiterà. Ma al di là della veridicità o meno delle parole dell’indovino, Terzani decide di prendersi del tempo. Questi mesi a velocità rallentata gli permettono di viaggiare visitando davvero i Paesi, riscoprendo l’esistenza e l’importanza dei confini. Ma soprattutto gli dà modo di approfondire l’importanza della superstizione nelle culture orientali.

Viaggiare con i piedi saldamente a terra

Come lo stesso Terzani racconta nel libro, in realtà, la profezia ha rappresentato la scusa, l’occasione per rallentare. Ha rappresentato l’opportunità di guardare il mondo con gli occhi da giornalista vecchio stampo, prima dell’avvento delle nuove tecnologie. Così, il giorno di Capodanno 1992, in una foresta del Laos, con un cenone a base di omelette alle formiche rosse, inizia questa avventura. Il lettore viene trasportato in un mondo completamente estraneo a quella che era ed è l’Europa. Malesia, Thailandia, Singapore, Cambogia, Vietnam, Russia, sono solo alcuni dei luoghi che visita quell’anno, raccontandoci eventi che sono diventati storia. Per non parlare delle emozioni che Terzani, in quanto giornalista, ha provato sulla sua pelle, non senza rischiare la propria vita. Come quando ci ricorda del periodo in cui si trovava in Cambogia per raccontare il genocidio perpetrato dai Khmer Rossi ai danni della popolazione.

Gli indovini nelle culture orientali

Questi suoi pellegrinaggi sono intrisi dello spiritualismo tipico delle culture asiatiche ma non solo. Terzani, da attento osservatore, ci descrive le popolazioni, le varie culture e i primi cambianti in corso in questi Paesi. Primo fra tutti la Cina, in cui si scorgono i segnali dell’arrembante cammino che la porterà ad essere la prima potenza economica del mondo. Ma accanto a queste descrizioni Terzani ci racconta degli indovini incontrati lungo il suo percorso di vita, tra impostori e santoni. Ma ancora più affascinante è il suo viaggio in treno verso l’Italia. Migliaia di km tra treni vecchi, nuovi e storici come la transiberiana; tratte ferroviarie in mezzo alle sovraffollate città del sud-est asiatico e altre immerse nelle foreste pluviali. Insomma, se vuoi fare un viaggio nella storia recente, tra città esotiche e figure di indovini, non puoi perderti questo magnifico libro.

Immagine di copertina: Foto di Sasin Tipchai da Pixabay 

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