vernice bianca

Vernice bianca per combattere il riscaldamento globale

Si parla sempre più spesso della necessità di trovare nuove soluzioni ai cambiamenti climatici. Alcuni ricercatori della Purdue University, ateneo dello stato dell’Indiana (Stati Uniti), hanno annunciato di aver messo a punto una vernice bianca, anzi superbianca, in grado di riflettere la luce. Utilizzata, ad esempio, come rivestimento sulle superfici degli edifici, è in grado di respingere le radiazioni luminose abbassandone la temperatura.

Non si tratta di una novità: studi del genere sono attivi già da tempo. La notizia, in questo caso, sta nella capacità di questa vernice di riflettere anche le frequenze ultraviolette, finora considerate difficili da respingere. Secondo i promotori dello studio, la vernice superbianca sarebbe in grado di riflettere il 98,1% della luce solare. La funzione sarebbe duplice: da un lato aiuterebbe a respingere la luce, abbassando, come detto, la temperatura delle superfici, dall’altro eviterebbe il dispendio di energie per il raffreddamento degli ambienti interni.

Vernice bianca: esperimenti nel mondo

Quello che si fa utilizzando questo tipo di vernici è aumentare l’albedo, ossia la capacità degli oggetti di riflettere la luce anziché assorbirla come calore. Nel mondo si sono sperimentate varie soluzioni per aumentare questo indice di varie sostanze: si va dalla superficie del mare, a quello degli edifici (come nel nostro caso). Addirittura si è anche pensato di provocare la nascita di nuvole artificiali in grado di riflettere la luce prima che arrivi a terra.

Ma tralasciando le iniziative di geoingegneria solare e tornando a parlare di vernici riflettenti, questi esperimenti sono già stati portati avanti in alcune città del mondo. San Francisco, Los Angeles, New York e Chicago, sono alcune delle big cities americane che si sono lanciate in questi esperimenti. In alcuni casi, come nella città degli angeli, si è optato per verniciare di bianco le strade.

Vernice bianca: è davvero così miracolosa?

Stando a quanto dichiarato in uno studio pubblicato nel 2017 dalla rivista scientifica Science, grazie al rivestimento bianco dell’asfalto l’area riuscirebbe ad essere più fresca di circa 5,55 °C. Una tecnica, quella del rivestimento, “rubata” all’esercito che l’utilizzava per “per mantenere freschi gli aerei spia e nasconderli dalle telecamere a infrarossi satellitari”.

Può una vernice bianca risolvere una crisi ambientale? Certo che no, o almeno, non può farlo da sola. Però qualche beneficio può portarla.

Xiulin Ruan, capo del gruppo di ricerca che ha realizzato l’ultrabianco al solfato di bario, dice che utilizzando la vernice per dipingere una porzione di tetto ampia quasi 100 metri quadri si potrebbe ottenere lo stesso effetto di raffrescamento di un sistema di condizionamento da 10 kilowatt – gli split dei condizionatori che abbiamo in casa consumano circa mezzo kilowatt l’uno.

Il Post

Vecchi metodi per battaglie del futuro

La saggezza di alcuni, dunque, torna utile e diviene di estrema attualità oggi per combattere il surriscaldamento globale. Non è un caso che nei Paesi più assolati, penso all’Andalusia o alla Grecia, molte città abbiano deciso di verniciare interi paesi di bianco. Adesso, anche le grandi metropoli del mondo stanno decidendo di copiare un vecchio metodo, riattualizzando ed ottimizzandolo grazie alla ricerca scientifica.

Sempre il Post ricorda che a New York, tra il 2009 e il 2019, sono stati dipinti di bianco più di 900mila metri quadrati di tetti. A Los Angeles è obbligatorio prevedere un cool roof, letteralmente “tetto fresco”, per ogni nuovo edificio già dal 2014. Lo ribadiamo: che sia la soluzione ai nostri problemi? Assolutamente no. Si tratta di una strategia utile a rendere le nostre città più vivibili durante i mesi estivi, tenendo d’occhio il consumo energetico ma non di certo risolutiva. I gas che opprimono la nostra atmosfera di certo non scompariranno grazie ad una vernice bianca. Per quello attendiamo ancora dei miracoli.

Immagine di copertina: Foto di Pexels da Pixabay.

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