(Video) – Da quando è nata la rubrica “Fuori dal gregge“, io e il mio collega, nonché amico, Giandomenico Tiseo, giornalista di OA sport, abbiamo dedicato molto spazio al covid19. Lo abbiamo fatto con l’intento di riflettere su come e quanto, questo microrganismo abbia potuto stravolgere le nostre vite in così poco tempo.
Quest’oggi, assieme al nostro ospite di giornata, Francesco Lanni, vogliamo riflettere sullo smart working al quale, il coronavirus, ha costretto molti di noi. Ma non ci soffermeremo a pensare a quando sia stato più o meno facile affrontare i mesi di transizione durante il lockdown.
Il nostro scopo di giornata è quello di pensare al lavoro da casa come uno strumento utile anche per il futuro di molti lavoratori. Risparmio di tempo, di denaro a fronte di un guadagno (magari) a livello affettivo, con maggiore cura nei confronti della propria famiglia.
Non è tutto oro quello che luccica
Come per qualsiasi novità, c’è chi l’accoglie come un miracolo della modernità e chi la guarda come un pericolo, un rischio per le proprie abitudini. Ebbene, lo smart working non ha fatto differenza.
Gestire il proprio lavoro con strumenti nuovi, soprattutto se si è poco alfabetizzati a livello digitale, è difficile per tutti. Ma nei mesi scorsi, vista l’impossibilità di trovare soluzioni alternative, tutti hanno dovuto fare uno sforzo.
Tuttavia, una volta riaperte le attività, in tanti hanno fatto un passo indietro per recuperare i vecchi metodi di lavoro, sempre nel rispetto delle norme anti-contagio. E’ il caso di Francesco e della sua azienda, la Nova Spa. Una volta avuta la riapertura si è usciti dallo smart working per tornare in ufficio. E’ innegabile che il sentiero sia stato aperto e che negli anni a venire, questo strumento avrà sempre un più largo utilizzo.
Per seguire l’intervista integrale a Francesco sullo smart working basta cliccare al link qui in basso. Buona visione!
(Video) – Smart working, una risorsa in più…
Immagine di copertina: Foto di Parker Byrd su Unsplash
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