Questa è stata una settimana di fuoco, per me.
A partire dal discorso di Fedez al concerto del Primo Maggio, che ha utilizzato il suo privilegio per fare la cosa giusta. Sono consapevole che un discorso del genere può dividere il pubblico, ma credo che sia questa la cosa giusta da fare quando si ha denaro, status e un following non indifferente.
Per passare all’evento che ha coinvolto il duo comico Pio e Amedeo, che ha regalato l’ennesimo terribile momento della televisione italiana.
Non parlerò nello specifico di quanto è successo, perché tutti, davvero tutti, si sono espressi su questi due argomenti. In soldoni vi posso dire, vi prego, leggete il testo del DDL Zan e questo articolo di Woman Gaze(tte) in cui parlo del “Politically correct”. Come dicevo qui, infatti, appellarsi alla “dittatura del politicamente corretto” non è altro che un espediente retorico utilizzato da persone ideologicamente prepotenti, che si appellano alla libertà personale, anche se questo significa limitare la libertà altrui. Persone che parlano di libertà di espressione, senza capirla davvero. Quelle persone che hanno il coraggio di parlare di censura, come se quello che dicono sia assolutamente rivoluzionario, importantissimo, che fa paura ai “potenti”.
Vi chiedo di leggere questi testi per un solo motivo, che ci porta al discorso di oggi: leggere, studiare, informarsi è l’unica arma che abbiamo contro la manipolazione dei messaggi comunicativi che vengono dalle persone che mentono, sapendo di mentire.
La manipolazione in tv
L’idea per questo articolo mi è venuta guardando la puntata di lunedì di Otto e mezzo, il programma di Lilli Gruber. Serata a tema Fedez e DDL Zan. Ospite illustre Rosi Braidotti, filosofa, studiosa di gender studies all’università di Utrecht. Il giornalista Andrea Scanzi, Stefano Feltri (no, non è parente a quell’altro) il direttore di Domani e la controparte Francesco Borgonovo, vicedirettore de La Verità.
E credo che sia particolarmente ironico che il suo giornale si chiami così, perché per tutta l’intervista non ha fatto altro che mentire, sapendo di mentire.
Le versioni di destra del DDL Zan
Il discorso si polarizza ben presto sul DDL Zan, con la povera professoressa Braidotti che cerca di spiegare cosa siano davvero i gender studies (affronteremo anche noi questo argomento più in là) e perché non bisogna averne paura. Cerca di dire come le destre europee stiano cercando di creare confusione e falsità su cosa siano davvero.
Proprio a dimostrare quanto stava dicendo la Braidotti, Borgonovo si lascia andare a spiegare la “sua versione” del DDL Zan dicendo: se io domani mi autodetermino come donna, con il DDL Zan lo Stato italiano deve considerami come tale.
Non solo questo è falso, e non è scritto da nessuna parte nel disegno di legge, ma è un insulto verso tutte quelle persone transessuali che devono combattere per anni tra medici, psicologi, psichiatri, avvocati, notai, giudici, banche, sanità pubblica e le Poste italiane per ottenere i propri documenti con il proprio nome modificato. Il tutto, ovviamente, a proprie spese.
Sono stata contenta di vedere comunque, che persone come Scanzi e Feltri (quello giusto, non quell’altro) abbiano “sgamato” immediatamente l’inganno. “Non è così, e lo sai benissimo”, cito Scanzi.
Pillon il mago della manipolazione delle menti deboli
Simone Pillon, esponente della Lega, lo fa da molto tempo. Sale sul carrozzone delle questioni civili e di genere, per commentare in modo falso e travisato i messaggi. Questo, però, non vuol dire che Pillon sia lo scemo del villaggio, ma solo che il suo seguito è fatto da persone non attrezzate a capire la complessità delle questioni. E lui lo sa benissimo.
Per quanto sia stato importantissimo l’intervento di Fedez al Primo Maggio, non avrei focalizzato le mie attenzioni sulle frasi omofobe dei componenti della Lega (hanno forse sorpreso qualcuno quelle dichiarazioni? Lo sappiamo che sono omofobi e razzisti, per quanto ne dicano loro), ma mi sarei focalizzata su un Senatore della Repubblica italiana che si fa un selfie gioendo del fatto di aver ritardato ancora la DISCUSSIONE del DDL Zan.
Un Senatore della Repubblica che sta VOLONTARIAMENTE impedendo e rallentando i lavori di uno strumento decisionale del nostro paese. Nessuna conseguenza per lui, mentre Fedez si trova a combattere ancora una volta contro le battaglie vuote del Codacons.
Lo stesso discorso lo ritroviamo con il nuovo argomento: la questione Biancaneve.
La questione Biancaneve
Tutto parte da un giornale online di San Francisco, il SFGATE, che non fa altro che scrivere una recensione di una nuova rivisitazione della Bella addormentata nel bosco di Disney World, riaperto dopo un anno di pandemia.
Le due autrici fanno un approfondita descrizione dello spettacolo, descrivendolo come bellissimo e giudicando positivamente lo storytelling. Ma non possono certo ignorare l’elefante nella stanza, no?
Il problema del consenso nei prodotti Disney è molto esteso ed è un discorso che va avanti per molto tempo. Ma questo articolo merita davvero i titoli con cui è arrivato in Italia?
Principe azzurro sotto accusa negli Usa: ha baciato Biancaneve senza il suo consenso
Politicamente corretto: ora finisce sotto attacco Biancaneve. Furore su Disney per il “bacio rubato” a Biancaneve. Spoiler, nessuno ha messo il principe azzurro sotto accusa, e nessuno lo dice all’interno dell’articolo: questo è clickbait, così come tanti altri articoli di bassa qualità usciti in queste ore.
Non si tocchi la “tradizione”
Ancora una volta la destra benpensante italiana è saltata sul chi va là: mai sia che si tocchi la tradizione!
“Alla faccia di censura e stupidità, viva #Biancaneve, il Principe Azzurro e il loro bacio, viva le fiabe, il sorriso e la libertà!” dice Matteo Salvini e poche ore dopo lo troviamo in tv mentre dice che “dovremmo cancellare il concerto del Primo Maggio, perché costa troppo ed è un palco della sinistra”. Alla faccia della libertà, signor Salvini.
Stare attenti alle fonti per evitare manipolazione
Bastava leggere l’articolo originale, stare attenti alle nostre fonti, per capire il discorso che facevano le due autrici: non è Biancaneve in sé il problema, ma le narrazioni che continuiamo a fornire ai nostri giovani.
Le fiabe non sono state inventate per far addormentare più velocemente i bambini alla sera. Le fiabe sono lezioni di vita, sono spunti di conversazione con i nostri bambini, e sono in grado di far capire loro concetti molto complessi per la loro età.
Il concetto di amore romantico, di amore genitoriale, di generosità, di protezione, di pericolo, di minaccia, di gelosia. Il consenso potrebbe essere un altro di questi concetti complessi che potremmo far arrivare ai bambini, maschi e femmine.
I bambini iniziano a baciare compagne e compagni già all’asilo, iniziano ad abbracciarli e ad essere affettuosi. Non c’è niente di male o di malizioso, nel loro comportamento, ma stanno entrando nello spazio vitale di un’altra persona ed è importante che questa idea la interiorizzino presto.
Prima di baciare o abbracciare mia nipote sono abituata a chiedere il suo permesso. Ci sono dei giorni in cui vuole abbracciare me, il nonno, la nonna. Ci sono giorni in cui non vuole, e ne ha tutto il diritto.
Spero che, quando sarà più grande, riuscirà a puntare il piede e a tenere a distanza le persone che vogliono avvicinarsi a lei contro la sua momentanea o perpetua volontà. E non come facevo io, cresciuta con l’obbligo di dover accettare baci e abbracci anche quando non volevo, per non essere considerata una maleducata.
Difese immunitarie contro la manipolazione
Quello che vorrei far passare, in questo breve articolo è quello di crearsi delle difese immunitarie. Un vaccino, per rimanere in tema, contro le manipolazioni concettuali che alcuni politici e persone pubbliche di questo paese utilizzano con consapevolezza.
Loro non ci credono a quelle fandonie, ma faranno in modo che voi ci crediate, se non saprete difendervi.
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