Sono tutti d’accordo. I podcast sono il vero fenomeno in crescita degli ultimi anni, soprattutto nel nostro Paese. Una tendenza che ha subito una forte spinta alla luce della recente pandemia da Coronavirus. Durante la quarantena il consumo dei podcast è cresciuto al pari dello streaming online e dell’utilizzo degli e-book, ma è l’unico ad aver mantenuto i livelli anche dopo la fine del lockdown. Ma cosa sono questi podcast? I più giovani lo daranno per scontato ma non è così banale. Ho avuto modo di parlare di questi servizi con diverse persone ma in tanti mi hanno risposto “Cosa sarebbero i podcast?”. Ebbene,
il podcast è un file audio digitale distribuito attraverso Internet e fruibile su un computer o su un lettore MP3. Il termine proviene da una libera fusione di iPod.
Treccani
Insomma, non sono altro che file audio, messi a disposizione da vari servizi online (che vedremo tra poco), di varia durata, che riproducono trasmissioni, conferenze, eventi pubblici, sugli argomenti più disparati. Alla definizione della Treccani aggiungiamo che è possibile fruire di questi contenuti praticamente da qualsiasi dispositivo provvisto di servizio internet, cellulari inclusi.
Podcast, i dati del consumo 2020
Non posso negarvi di aver pensato anche io, solo qualche mese fa, di realizzare alcuni podcast con le mie trasmissioni. Idea, nel mio caso, naufragata di fronte a sopraggiunti impegni lavorativi. Ma se avete in mente già da tempo qualche progetto editoriale, beh, vi consiglio di valutare la possibilità di includere nella vostra strategia anche l’utilizzo di questi strumenti.
Facendo fede a quanto riportato un mesetto fa da Sky TG24 che ai podcast ha dedicato un articolo, si parla di un aumento annuo del 15%.
Si è passati dai 12 milioni di ascoltatori nel 2019, ai 13,9 milioni del 2020, un aumento di quasi due milioni di persone. E non è l’unico dato che entusiasma chi lavora nei media: c’è anche un ascolto medio che sale da 23 minuti circa, a una media di 24 anche 25 minuti, e chi ascolta lo fa almeno una volta a settimana.
SkyTG24
Un’altra indagine, condotta da IPSOS fornisce anche un quadro degli ascoltatori tipo:
Gli ascoltatori di podcast sono sempre più giovani, ma si consolida anche la presenza di professionisti: 52% giovani ( <35 anni); 22% laureati; 19% studenti; 10% professioni elevate.
IPSOS
I vantaggi dei podcast
Anche io mi includo nelle statistiche. Ormai con cadenza settimanale, mi dedico all’ascolto di trasmissioni della durata di almeno un’ora, alle volte anche due. Uno dei vantaggi dell’uso di questi strumenti sta nella possibilità di seguire i propri interessi senza stressare la vista. Dopo una giornata trascorsa davanti al pc per motivi lavorativi, è un piacere poter ascoltare programmi che interessano senza dover faticare a tenere gli occhi aperti. La varietà, poi, è assicurata: esistono trasmissioni su qualsiasi argomento e di qualsiasi durata. Per gli appassionati delle serie, quest’anno sono in arrivo anche le prime doppiate in italiano: The Serial e Assassin’s Creed per citare due.
Soprattutto, si è osservato come siano anche i giovanissimi a farne un largo utilizzo, arrivando a fruire anche di 5-6 contenuti al giorno. In tempi difficili come questi, perché non utilizzare i podcast per integrare le lezioni scolastiche e colmare quei gap che si hanno, con contenuti più leggeri e divertenti? Io, ad esempio, sono una grande fan di Alessandro Barbero e non passa settimana senza che abbia ascoltato un contenuto di storia medioevale. Ora, capisco che la storia non piaccia a tutti ma si può scegliere anche tra programmi radiofonici, satira, attualità, politica, scienze, viaggi, libri, e chi più ne ha più ne metta.
Quali i migliori servizi di podcasting?
Ma veniamo al dunque, quali sono i migliori servizi per l’ascolto di podcast? Ce ne sono davvero una marea. Banalmente, chiunque utilizzi Spotify ha la possibilità di accedere anche ad una lista di prodotti audio di questo tipo. Io, personalmente, utilizzo lo strumento Google Podcasts consultabile da pc, tablet e smartphone. Abbiamo poi RadioPubblico, CalchiTascabili, Icatcher, Podcast Addict. Questi sono solo alcuni esempi. Potete cercare il servizio giusto per voi tenendo a mente il sistema operativo di cui usufruite. Non tutti i servizi, infatti, sono a disposizione sia per IoS che Android, quindi occhio a cosa cercate. Per il resto sta a voi trovare quello che fa al caso vostro e costruire quello che sarà il vostro personale palinsesto. Insomma, la nostra è stata una brevissima rassegna (per motivi di spazio) ma mi auguro di avervi fornito alcuni spunti interessanti in grado di persuadervi ad includere il podcast all’interno della vostra dieta mediale. Provatene qualcuno e vedrete che non riuscirete più a farne a meno.
Immagine di copertina: Foto di Csaba Nagy da Pixabay.
Lascia un commento