Sport

Lo sport: una “medicina” per sconfiggere il coronavirus

A sei mesi dallo scatenarsi di quello che si è rivelato essere un incubo, ci troviamo a vivere la fase di convivenza con il coronavirus. Ormai il covid non fa più così paura (e il fatto che ci siano negazionisti che si rifiutano di indossare la mascherina ne è un sintomo). Niente più canti dai balconi, niente uso/abuso di lieviti, nessun sequestro di animali domestici costretti a dover fare il giro dell’isolato per soddisfare il bisogno d’aria dei propri padroni. Durante i momenti peggiori della pandemia, si è spesso discusso della possibilità di praticare sport e sulla gestione delle competizioni sportive. Cosa contava di più? L’emergenza nelle terapie intensive o la necessità di rimodulare gli impegni della serie A? Per quanto di secondaria importanza, la pratica sportiva è stata demonizzata. Forse siamo stati troppo severi e la lezione che ci viene data da due tenniste in erba, Carola Pessina e Vittoria Olivieri, dovrebbe servirci da insegnamento.

L’amore per lo sport più forte di qualsiasi ostacolo

Per quelli che non amano il tennis forse questi due nomi non diranno assolutamente nulla. Nel pieno della pandemia queste due giovanissime sportive, Carola (11 anni) e Vittoria (14 anni), non hanno voluto rinunciare alla loro passione: il tennis. Dai terrazzi delle loro abitazioni di Finale Ligure, hanno improvvisato uno scambio di colpi che ha fatto il giro del mondo (video qui in basso).

Carola e Vittoria mentre giocano a tennis sul terrazzo.

Una passione talmente forte dai risvolti assolutamente imprevisti. Il loro video, scusatemi l’utilizzo di questo termine odioso, è diventato virale ed ha fatto il giro del mondo: sicuramente di quello tennistico. Tanto da indurre la Barilla e il suo volto sportivo, lo svizzero Roger Federer, ad organizzare un incontro con le due giovani italiane, proprio su questo terrazzo.

L’esempio di Finale Ligure giunge sino alle sedi europee

Che il caso di Carola e Vanessa potesse avere una eco così forte nel mondo tennistico non era difficile da immaginare. Quello difficile da immaginare era il risvolto politico che questo semplice gesto avrebbe potuto avere. Un paio di giorni fa Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, rivolgendosi al Parlamento Europeo ha parlato delle tenniste italiane.

Un’immagine mi è rimasta in mente negli ultimi 6 mesi difficili. Carola e Vittoria, le due ragazze che giocano a tennis tra i tetti della Liguria. Non è solo il talento delle ragazze a risaltare. È la lezione che c’è dietro: non permettere che ostacoli ti fermino.

Ursula von der Leyen

Insomma, quello sport tanto bistrattato, oltraggiato, insultato, durante i mesi della quarantena, si è trasformato in un esempio positivo, in un invito a non arrendersi.

L’intrattenimento superfluo

Quello che abbiamo appreso da questa pandemia è che l’intrattenimento è superfluo. Lo sport, così come il cinema ed il teatro, sono superflui. Quello che non abbiamo capito, invece, è la forza propulsiva, la vitalità, che c’è dietro a queste espressioni umane. Lo sport e l’arte sono necessarie all’uomo per il proprio benessere psichico ancor prima che fisico. Ma qualora non bastasse questa “motivazione” a spingerci ad una maggiore riflessione, basterebbe pensare al peso economico che hanno per il nostro Paese. Il calcio (sì, proprio lui) è il terzo motore economico dell’Italia; quello che fa girare i soldi, insomma. E non bisogna dimenticare la vetrina che adesso, proprio in questo mese di settembre, lo sport sta offrendo al Bel Paese. Internazionali d’Italia, Motomondiale e Formula 1 (impegnati in otto appuntamenti italiani), Giro d’Italia. Tutto nel giro di un singolo mese. Sì, il covid ci ha messo lo zampino, ma quel che conta è il risultato. L’Italia checché ne dicano i disfattisti, è protagonista dello sport: una “medicina”, no(!), un balsamo per lenire le nostre ferite.

Foto di jacqueline macou da Pixabay.

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