La cruna dell'ago

La cruna dell’ago, una spy story al femminile tra le pieghe di una guerra


Accendi il fuoco e metti l’acqua in un bollitore. Poi aggiungi una spia, una donna, due Paesi come Germania e Inghilterra, sullo sfondo di un conflitto mondiale. Cosa otteniamo? Una storia emozionante, piena di suspense col finale che ti aspetteresti, ma fino ad un certo punto. Insomma, non c’è da annoiarsi. Proprio qualche giorno fa ho terminato di leggere La cruna dell’ago, del perfetto e geniale Ken Follett. Non so tu ma invidio terribilmente l’abilità di saper raccontare di quest’uomo e la capacità di fondere perfettamente realtà storica e finzione. Non è il primo suo libro che leggo. Nell’ultimo anno sono tre i volumi dello scrittore britannico a cui mi sono dedicata; tutti appartenenti alla famosa trilogia su Kingsbridge. Un giorno, se vorrai, te ne parlerò.

La cruna dell’ago: un libro che anticipa temi di attualità

Ma torniamo a La cruna dell’Ago. L’edizione in mio possesso è quella che celebra i 40 anni dalla sua pubblicazione edito da Mondadori. Per l’occasione Follett ha voluto lasciarci un suo contributo:

C’è un aspetto del libro particolarmente originale: la protagonista è una donna, Lucy Rose. Oggi capita spesso, ma all’epoca era inaudito. […] Lucy riflette il cambiamento del ruolo delle donne nella società di quel periodo

In realtà potremmo dire che i protagonisti sono più di uno; ciascuno di essi, a proprio modo, testimone di una “guerra” combattuta su più fronti. Lucy è sicuramente uno dei personaggi di maggiore spessore ma forse, per certi versi, eroina vecchio stampo. Nonostante il suo acume e le grandi capacità nell’affrontare una situazione pericolosa, alla fine le caratteristiche sono sempre le stesse: spiccata bellezza, pazienza, l’essere una madre affettuosa.

Il perdurare degli stereotipi

Le eroine dei libri difficilmente sono delle amazzoni. Piuttosto riescono ad avere la meglio sull’uomo grazie al fascino mozzafiato, capace di far tremare le ginocchia anche al criminale più incallito. E su questo punto, Follett si rivela essere tutt’altro che originale. A dispetto della ventata di novità portata da questa scelta Follett ricade nei soliti stereotipi. Poco importa che Lucy voglia salvare la sua Nazione tentando di far saltare in aria un’auto, maneggiando l’ascia come un vichingo e con l’estremo sacrificio personale. Alla fine di lei ricorderemo solo il particolare dei lunghi e morbidi capelli rossi, degno del miglior romanzo rosa.

La seconda guerra mondiale

Vera protagonista è la guerra vista da una prospettiva diversa. Non ci sono soldati al fronte, almeno non con indosso una divisa. Il conflitto a cui assistiamo è tutto di nervi tra due fazioni che sfruttano informazioni e l’astuzia più della forza bellica. Da un lato ci sono i buoni e dall’altro i cattivi. Anche su questo punto, Follett rispetta la tradizione. Ma in questo caso in ballo ci sono le ideologie ed il futuro dell’Europa. Tutto è nelle mani di pochi uomini e alla loro capacità di cogliere indizi e arrivare prima che accada l’inevitabile. L’epilogo potrebbe essere disastroso: la guerra potrebbe durare ancora molti anni. Una spy story in piena regola capace di far trattenere il respiro. Spero tu possa amare questo libro quanto l’ho amato io. Follett è un narratore intelligente e capace. Non rimarrai deluso.

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