Femminismo - Women dont owe you pretty testo femminista

Il femminismo ti rovinerà la vita. Nel modo migliore possibile.

Avendo alle spalle un’adolescenza da fangirl appassionata di Serie Tv, libri e fanfiction, costretta a guardare puntate di Queer As Folk in lingua originale per le mancate traduzioni, ho imparato ben presto a confrontarmi con testi inglesi.
E torna utile quando molti testi, non classici, sul femminismo toccano il mercato internazionale e sai che ci sono ben poche possibilità che venga tradotto per l’uso del Bel Paese.
Per questo motivo ho deciso di riportare in questa rubrica alcuni argomenti interessanti affrontati in un testo giovane, scritto da una giovanissima artista e influencer londinese che mi ha accompagnato nelle ultime settimane: Women don’t owe you pretty di Florence Given.
Florence, con la sua scrittura schietta e illustrazioni di forte impatto e senza peli sulla lingua, ha utilizzato un modo interessante per pubblicizzare il suo libro. Il femminismo vi rovinerà la vita, dice, nel modo migliore possibile.
Su quest’onda intitola anche il suo primo capitolo: Feminism is gonna ruin your life (in the best possible way).

Il femminismo ti rovinerà la vita (nel modo migliore possibile).

Women don’t owe you pretty, by Florence Given

Il femminismo ti rovinerà la vita

Tra l’introduzione e questo primo capitolo Florence racconta il suo viaggio nella scoperta di cosa è per lei il femminismo, e di come il patriarcato ha spinto la sua forte mano sulla sua adolescenza, portandola sulla strada che tutti gli adolescenti tendono a percorrere: quello dell’adeguamento. Il tentativo estremo di essere accettati, di essere uguali agli altri, ma con un forte desiderio di distinguersi, il tutto peggiorato dal terrore più grande: la solitudine.
La maturità, arrivata molto presto, l’ha messa davanti ad una scelta. Continuare ad adeguarsi, con il rischio di perdere se stessi, per non rischiare di rimaner soli. O avviare un lungo percorso di cambiamento, smontando parti di sé stessa che la facevano sentire inadeguata, con la minaccia della solitudine?

Nella foto Florence Given. Indossa una t-shirt con un suo design.

Il dolore del cambiamento

Florence racconta di come si sia trovata a piangere nei bagni dei locali, perché il continuo palpeggiamento degli uomini le dava la nausea e quando provava a parlane con amici ed amiche, trovava davanti a sé solo alzate di spalle e sorrisi.
Perché forte nei suoi argomenti femministi, è stata accusata di essere drammatica, frigida, estrema.
Racconta di come, quando la mente si apre e inizia a distinguere schemi e rapporti di causa-effetto, si riescono a riconoscere quanto problematiche siano le cose che prima si consideravano normali.
Inizierai, dice, a notare comportamenti, impostazioni mentali e modi di fare pericolosi in amici, amiche, fidanzati. Perfino in te stessa.
Riconoscerai del sessismo nel testo delle tue canzoni preferite degli anni ’80. Razzismo nei vecchi film che amavi. Abilismo nei modi di dire che ci accompagnano tutti i giorni, ma di cui ora vedi chiaramente l’origine. Vedrei come nel momento del contrasto, di una lite, di una discussione gli insulti più utilizzati riguardano il body-shaming, l’omofobia.
E tutto questo ti farà sentire a disagio.
La rabbia diventerà un sintomo, una risposta naturale alle ingiustizie e alle violenze che inizierai a notare quotidianamente. Rabbia che prima tenevi nascosta, sotto controllo, per non essere bollata come una “raging feminist” o una “femminazi”.

Disagio come insegna al neon

Gli amici potrebbero accusarti di estremismo, di aver portato le tue istanze troppo in là.
Le persone si sentiranno a disagio. Si sentiranno attaccate dalle tue posizioni e potrai vedere una grossa insegna al neon, una freccia sulla loro testa, che li indica. Si sentiranno a disagio e risponderanno con vuota ironia, con banalizzazioni, per smorzare l’atmosfera o ti attaccheranno con violenza verbale. Potrai dover scegliere: adeguarti ancora una volta, o cambiare amicizie? Parlare o rimanere in silenzio per quieto vivere?
Ma non disperare. Come ci ricorda Florence, le persone che sono emotivamente sicure di sé non si sentiranno intimiditi, la loro coda non prenderà fuoco, mentre esprimi i tuoi pensieri e le tue opinioni. Quelle saranno le persone da tenere accanto.

Sembra facile, vero?

Sembra facile, vero? Non lo è.
Siamo naturalmente ostili a narrazioni che hanno bisogno di un cambio di paradigma per essere compresi ed adottati, nella vita di tutti i giorni.
Abbiamo paura dei cambiamenti, sono duri e scomodi ed è su questa sensazione che i vecchi paradigmi resistono e prosperano.
Le ingiustizie del patriarcato, che tiene sotto scacco uomini e donne, vivono nel silenzio e la paura di parlare, di far sentire a disagio il vicino, il pubblico, il fidanzato, il padre.
Lo possiamo vedere chiaramente con il movimento #MeToo. Anni e anni di paura, silenzio, intimidazioni hanno rovinato vite di uomini e donne e hanno beneficiato persone senza scrupoli.

Femminismo - me too movement
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Victim blaming

L’ultimo baluardo, l’ultimo tentativo del sistema malato di autodifendersi è sicuramente il victim blaming.
Se si può dare la colpa a qualcuno, se si trova un capro espiatorio, una risposta facile, non ci sarà bisogno di metter in discussione il sistema dominante, non ci sarà bisogno di dare fastidio.

Femminismo - victim blaming
Photo by Kevin Jesus Horacio on Unsplash

Il disagio momentaneo è un investimento nel tuo futuro

Tutto questo ti farà sentire a disagio, ma sarà breve. Come ci ricorda Florence: “Temporary discomfort is an investment in your future”.
All’inizio di ogni avventura ci sentiamo a disagio, a volte in difetto, in difficoltà e il nostro istinto ci dirà di ritirarci nella nostra comfort zone. Ma niente accade, nella comfort zone.
Per crescere, dobbiamo uscirne.

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