Di ingiustizie ne è pieno il mondo ed Harper Lee, ne Il buio oltre la siepe, racconta proprio un caso di ingiustizia. Con ogni probabilità stiamo parlando di uno dei libri più celebri della letteratura angloamericana, quel libro che una volta terminato ti cambia. Non è un caso che nella cinematografia statunitense la maggior parte dei personaggi che interpretano avvocati, ammettano di aver scelto la professione dopo aver letto questo volume. Parliamo di un’opera che non solo parla di in-giustizia ma anche di diritti civili, affrontando uno dei temi più controversi del Paese a stelle e strisce: quello razziale. Scritto nel 1960 e ambientato a Maycomb, una piccola cittadina (immaginaria) dell’Alabama, negli anni ’30, ci racconta l’America razzista di allora. E forse anche di oggi. Non è un caso che nell’ultimo anno si sia assistito alle sempre più pressanti proteste del Black Lives Matter.
Il buio oltre la siepe e l’origine del titolo
Titolo originale dell’opera To Kill a Mockingbird, la trama è liberamente ispirata al caso degli Scottsboro Boys, gruppo di adolescenti afroamericani accusati ingiustamente di stupro. Il titolo in lingua italiana si allontana molto da quello originale in lingua inglese. L’idea era quella di riprendere un passo del libro in cui si parla di Boo Radley, il vicino di casa dei Finch, che Jem e Scout (i due giovani protagonisti) non hanno mai visto e che temono solo perché non conoscono. Oltre la siepe che separa la casa dei Radley dalla strada c’è l’ignoto, il buio, dunque la paura che genera il pregiudizio. Ed è in questo contesto che si dipana la nostra storia. Tre giovani – Jem, Scout e l’amico Dill – che si divertono a giocare durante la pausa estiva, lanciandosi in tante avventure. A vegliare su di loro Atticus Finch, padre dei primi due, ed avvocato coscienzioso molto rispettato dall’intera comunità.
Il buio oltre la siepe e la legge del più forte
La tranquillità di Maycomb viene interrotta da un fatto tragico. Tom Robinson, bracciante nero, viene ingiustamente accusato di violenza sessuale nei confronti di una ragazza bianca. Atticus, conscio della difficoltà del caso, sceglie comunque di accettare l’incarico della difesa assegnatogli dal giudice Taylor. Pur riuscendo a dimostrare l’assenza di prove a carico dell’imputato, il pregiudizio e l’odio prendono il sopravvento causando una lunga serie di episodi violenti. Ed è qui, nel corso del processo, che i giovani protagonisti de Il buio oltre la siepe entrano a contatto con la vera società americana. Una società fortemente segregazionista, in cui i diritti civili non vengono riconosciuti ad una parte della popolazione a causa del colore della pelle.
Il successo di una grande opera della letteratura
Se oggi possiamo leggere quest’opera lo dobbiamo sicuramente a Truman Capote, anche lui famosissimo scrittore americano, amico intimo di Harper Lee. Fu lui a convincerla a scrivere Il buio oltre la siepe a a lui è ispirato il personaggio del giovane Dill Harris, l’amico di Jem e Scout.
Il libro ebbe una tale eco da vincere il premio Pulitzer per la narrativa, l’anno successivo alla sua pubblicazione, nel 1961. Dall’opera di Lee venne tratto anche un film (che vi consiglio vivamente di guardare). Nel 1962 il regista Robert Mulligan diresse la pellicola con protagonista Gregory Peck nel ruolo di Atticus Finch. Il film ricevette 8 nomination all’Oscar vincendone 3. Una vicenda che ci fa fare un viaggio nella storia, nel sistema giudiziario e nelle contraddizioni di un Paese come gli Stati Uniti.
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