La pandemia, lo sappiamo, ha colpito tutti, chi più chi meno gravemente. L’Italia, suo malgrado, ha pagato un caro prezzo – non c’è bisogno di ricordare le immagini simbolo del 2020 – eppure le proteste per la presunta mancanza di libertà non mancano. Il famoso green pass introdotto dal Governo di Mario Draghi per permettere un lento recupero delle normali attività, quotidiane e non, è stato salutato con sospetto da una parte della popolazione italiana.
Ma le stesse misure sono state adottate anche in altri Paesi. Non è un segreto per nessuno la decisione dell’Unione Europea di votare la nascita della certificazione verde europea. Così come hanno fatto anche altri Paesi nel mondo. E’ questo il caso della Danimarca che ha reso disponibile il green pass per i propri cittadini già dallo scorso 21 aprile. Il Coronapas, come lo chiamano nel Paese del nord Europa, era necessario per poter accedere a ristoranti, bar, musei, cinema, palestre, parrucchieri e per entrare negli stadi.
Green pass: la Danimarca saluta
La notizia è che grazie alla copertura vaccinale, tra le più elevate al mondo, le autorità di Copenaghen hanno deciso di eliminare l’obbligo di green pass a partire dal 1° settembre. Un allentamento graduale delle misure anticovid che era partito già dal mese scorso.
Nell’ambito di un primo alleggerimento delle limitazioni durante la stagione turistica, il primo agosto il coronapas non era più necessario per accedere ai musei. Fino al 10 settembre il pass continuerà a essere richiesto per accedere ai locali notturni, come le discoteche, e per i grandi eventi sportivi negli stadi.
Fonte: Il Post
Ad oggi, su un totale di 5,806 milioni di cittadini danesi, il 75,9% ha ricevuto almeno una dose mentre il 72,6% è completamente immunizzato (dati aggiornati al 1° settembre). In tutto le dosi somministrate sono state 8.586.828. Dati simili a quelli italiani per quanto riguarda la prima somministrazione (72,4%) ma ben lontani nel caso della seconda (64,4%). Ovviamente c’è da tenere in considerazione anche la differenza di popolazione.
Green pass: le proteste
Il Coronavirus non è più una minaccia immediata, queste le parole con cui il Ministro della Salute danese, Magnus Heunicke, aveva annunciato la novità. Certo, le precauzioni continueranno ad essere un obbligo ed una necessità ma le famose e tanto criticate limitazioni imposte da un “lasciapassare” sono state eliminate. Un punto di vista ed un cambiamento che fanno riflettere. Mentre i no vax imperversano sui social (ma a guardare le immagini delle proteste in strada ci si chiede se siano poi così tanti) la campagna vaccinale rallenta.
Ci è voluto il green pass e la minaccia di non poter frequentare liberamente locali e luoghi di svago per convincere gli indecisi che “forse è meglio vaccinarsi” e dare la spinta a nuove prenotazioni. Da qui la riflessione, sull’esempio danese, su quanto ci si sia impantanati in un circolo vizioso di sfiducia reciproca tra le istituzioni ed i cittadini.
La dittatura sanitaria
“Se è vero che quella rappresentata dal green pass è una dittatura sanitaria che ci costringe a fare cose che non vorremmo fare solo perché vorremmo tornare a fare liberamente le cose che facevamo prima… non basterebbe semplicemente vaccinarsi e basta?” E’ questo il ragionamento che verrebbe in mente a chiunque sia disposto a vaccinarsi.
Non dello stesso avviso migliaia di cittadini che in questi giorni si vedono costretti a scegliere tra il preservare il proprio posto di lavoro e restare fedele ai propri principi. E’ questo il caso, ad esempio, degli insegnanti, in procinto di tornare in cattedra in questi giorni. Molti hanno scelto di licenziarsi pur di evitare la vaccinazione. I professori universitari sono dello stesso avviso: mettere alle strette i cittadini obbligandoli alla vaccinazione pur non essendo formalmente imposto non è corretto.
Insomma, lo scontro tra le due parti sembra non esaurirsi mentre proprio ieri il Generale Figliuolo, Commissario straordinario per l’emergenza Covid19 ha annunciato l’avvicinarsi della soglia di immunità di gregge. Guardando poi all’esempio della Danimarca viene da sorridere pensando all’idea che basterebbe vaccinarsi per eliminare il più grande ostacolo alle nostre libertà individuali: il green pass. Ma per togliere il green pass bisognerebbe vaccinarsi e chi vorrebbe essere la cavia di Big Pharma e le lobby farmaceutiche…. insomma, il cane che si morde la coda.
Fonte immagina: Foto di Gustavo Fring da Pexels.
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