Echo chambers

Echo Chambers: penso quindi condivido (solo con chi la pensa come me)

Questa settimana voglio andare più sul tecnico parlandovi delle echo chambers, ossia le casse di risonanza, e di quanto influenzino il nostro modo di pensare quando ci troviamo sui social network. Un tema che non rappresenta una novità per questo blog. Pochi mesi fa, durante diverse interviste di Fuori dal gregge, abbiamo già sfiorato questo argomento.

In questo caso, però, lo spunto mi arriva da uno studio coordinato da Walter Quattociocchi, del Dipartimento di Informatica dell’università Sapienza di Roma, assieme alla Fondazione ISI-Istituto per l’Interscambio Scientifico e le università di Brescia e Cà Foscari di Venezia, pubblicato sulla rivista americana Pnas.

Quello che i ricercatori si sono preposti di fare è analizzare oltre 100 milioni di contenuti pubblicati sulla rete, concentrandosi su alcuni temi molto caldi: vaccini, aborto, vendita di armi. Le fonti da cui hanno attinto sono gli ambienti online che frequentiamo, chi più chi meno, con una certa regolarità: Gab, Facebook, Reddit e Twitter.

Le due dimensioni sulle quali ci si è concentrati sono stati l’omofilia nelle reti sociali del web e la distorsione delle informazioni che avviene tra persone che la pensano allo stesso modo.

Le Echo Chambers ed i social network

Abbiamo più volte dedicato delle puntate e degli articoli alla questione delle notizie online, alla necessità di utilizzare fonti autorevoli, di cercare di confrontare la stessa notizia su più fonti per poter avere un quadro chiaro e completo del fenomeno.

I social, se da un lato hanno concretamente liberalizzato e massificato l’informazione, dall’altro hanno creato, e ne siamo tutti consapevoli, gravi questioni etiche e deontologiche, soprattutto agli operatori dell’informazione.

La disintermediazione dell’informazione è qualcosa con cui facciamo i conti tutti i giorni ma non tutti ne sono consapevoli. Chi è che ci parla? Perché scrive?

Ad esempio, perché Il Reporter cinico si permette di affrontare determinati argomenti? Qual è il suo percorso di studi e quale quello professionale? Poiché su questo blog raccontiamo chi siamo e cosa facciamo, il lettore è portato a darci fiducia. Come si dice: ci mettiamo la faccia! E se quello che abbiamo scritto fosse tutta una menzogna? Ci avete mai pensato? Beh, nel nostro caso potete star tranquilli ma di fronte all’online bisogna assolutamente porsi in chiave critica.

Echo Chambers: poca attenzione e molti algoritmi

Diciamocelo chiaramente: già il fatto che siate arrivati a leggere fino a questo punto è un miracolo. La soglia di attenzione media è crollata, la polarizzazione (non solo politica) che sta caratterizzando il dibattito pubblico sui temi sociali sta crescendo ed i social fanno la propria parte.

Gli algoritmi, in tal senso, sono dei grandi aggregatori di contenuti simili a quelli che ci piacciono tanto, inseguendo i nostri gusti e limitandoci nella varietà.

Ormai parliamo solo con chi la pensa come noi, ci uniamo a gruppi (le echo chambers) in cui c’è una narrazione condivisa ed i cui membri rafforzano le proprie credenze/opinioni grazie alle interazioni continue con chi condivide la stessa visione delle cose. Risultato? Non solo ci convinciamo che quella sia la verità assoluta ma tendiamo ad assumere atteggiamenti più estremi.

Risultati della ricerca

Ebbene, i risultati dell’analisi dei contenuti pubblicati e condivisi su queste piattaforme confermano quanto anticipato nei paragrafi precedenti.

I nostri risultati mostrano che l’aggregazione in gruppi omofili di utenti domina le dinamiche online. Tuttavia, un confronto diretto del consumo di notizie su Facebook e Reddit mostra una maggiore segregazione su Facebook.

In più c’è una sostanziale differenza tra i social media che permettono agli utenti di modificare un algoritmo di feed (come Reddit) e quelli che invece non lo permettono (tutti gli altri presi in considerazione nello studio).

Insomma, social sì, interazioni pure, ma liberiamoci dalle catene mentali che ci vengono imposte dagli algoritmi. E’ difficile confrontarsi con chi non la pensa come noi, soprattutto se utilizza un linguaggio aggressivo e sopra le righe, ma esistono tanti metodi per non cadere nella trappola. Prima di ogni altra cosa è importante accendere il cervello, prendersi più tempo per riflettere rispetto a quello che impieghiamo oggi. In ultimo, non per importanza, aggiungerei la consapevolezza: un’armatura più resistente di qualsiasi commento caustico.

Immagine di copertina: Foto di StockSnap da Pixabay.

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