Quando, qualche mese fa, uscì il pamphlet di Pauline Harmange Odio gli uomini (edito Garzanti) gli astiosi e gli hater non hanno neanche fatto in tempo a leggere la prima pagina.
Il titolo, per loro, era assolutamente ingiustificabile e, come tale, doveva essere affossato.
Da una parte sono convinta che questo titolo sia volontariamente provocatorio, ma che rappresenti anche un test. Un test che, molto velocemente, non fa altro che scremare il pubblico tra i pensatori critici e tutti gli altri. Un test che molti… non hanno superato.
Dall’altra parte, però, penso che il titolo di questo pamphlet (quindi, per definizione, un piccolo saggio satirico) rappresenti il pensiero di molte donne e dia validità alla rabbia di molte di noi. Pensiero che non sempre si esprime ad alta voce, perché è difficile da spiegare, e rabbia che a volte ci vergogniamo di provare.
Le donne arrabbiate noi non le ascoltiamo
Andiamo per ordine.
Harmange, nella prima pagina, racconta di una risposta media all’affermazione “Io odio gli uomini”. Un uomo che, accusandola di misandria, dice: finché continuerete ad essere incazzate come iene per la situazione che vivete, noi non vi ascolteremo.
“Fino a quel giorno verrete viste come delle frustrate con i baffi e danneggerete la vostra causa”.
Le donne arrabbiate, consapevoli della costante vita di discriminazione e di minaccia di violenza e dello squilibrio di potere nei rapporti uomo/donna, danneggiano la causa con la loro rabbia. L’uomo in questione dice inoltre che alcuni uomini potrebbero stare dalla loro parte, ma visto che siete arrabbiate con noi, noi non vi aiuteremo.
Della serie, forse avete ragione ma se lo urlate e richiedete un cambiamento nella mentalità dell’intera comunità maschile, iniziate a darci fastidio.
Memoria del Black Lives Matter
Queste parole mi hanno ricordato le conversazioni polarizzate durante i giorni peggiori delle proteste del Black Lives Matter.
Persone che, per generazioni e generazioni, hanno vissuto la schiavitù, la ghettizzazione, la persecuzione, la discriminazione e l’odio, all’ennesimo caso di violenza si sono ribellate. Con molta rabbia.
E le rivoluzioni, amici miei, checché che se ne dica, raramente sono pacifiche.
Quella rabbia, per me totalmente giustificata, è stata utilizzata da persone che volevano strumentalizzare quelle rivolte. Un modo per giustificare i pregiudizi nei confronti delle persone nere in America.
A voler dire: vedete, non sono altro che criminali!
Facendo così e utilizzando frasi come “Avete ragione, ma distruggere le statue vi fa passare dalla parte del torto” non si fa altro che cercare di silenziare e ignorare i motivi di quella rabbia e di quell’odio.
Perché andate sulla difensiva se “not all men”?
Quando le donne dicono che “odiano gli uomini” è ovvio che non si riferiscono a tutti gli uomini del pianeta. Non è questione neanche di dire “Not all men”, perché lo sappiamo. Quello a cui ci si riferisce è l’atteggiamento che molti uomini hanno di porsi sulla difensiva nel momento in cui si inizia a denunciare tutti quei meccanismi che fanno del sessismo un fenomeno sistemico.
Certo, non tutti gli uomini sono misogini, ma tutti gli uomini (e anche alcune donne) hanno interiorizzato la misoginia e mentalità della cultura patriarcale. E riusciranno a liberarsene solo e unicamente quando saranno pronti ad ammetterlo.
Razzismo e misoginia interiorizzate
Per mantenere il parallelismo, non tutte le persone bianche sono razziste, ma abbiamo tutti interiorizzato quel razzismo sistemico che ci porta ad atteggiamenti pregiudizievoli nei confronti delle persone nere o di altre etnie.
Questo non vuol dire che siamo tutti razzisti, ma che tutti noi dobbiamo lavorare sulle nostre strutture mentali, costruite e definite da anni e anni in cui la cultura bianca era la sola.
La misandria non esiste
La misandria, quindi, non esiste. Non è l’altra faccia della medaglia, schiena a schiena con la misoginia.
Mentre la misoginia affonda le radici nella storia dell’umanità, la misandria è una risposta a centinaia d’anni di tentativi di controllo, discriminazioni, violenze.
L’accusa di misandria è un meccanismo di silenziamento: un modo di mettere a tacere la rabbia, a volte violenta ma sempre legittima, delle persone oppresse contro i loro oppressori.
P. Harmange Odio gli uomini
Nessuno batterebbe ciglio se vedessimo in un film la storia di uno schiavo che si ribella contro il suo padrone. Nessuno batterebbe ciglio se vedessimo una donna cercare vendetta contro il proprio stupratore.
Ma avete scosso fortemente la testa quando gli attivisti e manifestanti del Black Lives Matter dicevano di odiare i poliziotti e tiravano giù statue di colonialisti e schiavisti.
Questo che vuol dire, che tutti i poliziotti sono degli assassini razzisti? Forse no, ma sicuramente significa che sono tutti rappresentati di un sistema malato, sporco, razzista e violento che da anni spadroneggia nelle strade (non solo americane, come possono provare diversi episodi che coinvolgono le forze dell’ordine italiane).
State esagerando
Perché allora questi atteggiamenti danno così fastidio?
Perché la rabbia porta uno scossone impossibile da ignorare allo status quo.
Magari qualche uomo è pure d’accordo con la vera parità di genere (avere uno stipendio equo, non chi paga dopo una cena) e contro la violenza sulle donne, ma quando si tratta di smuovere così tanto le fondamenta dell’identità maschile, lì tirano una linea.
Un po’ per dire: “Non esageriamo ora”.
Per quello le donne arrabbiate diventano isteriche, frustrate, che dovrebbero farsi una scop*ata. Le ex tradite sono delle pazze (diffidate di qualunque uomo che dia della pazza alla propria ex. Red flag come pochi).
Il vittimismo maschile
Se una delle accuse che vengono mossr alle donne è quello di essere delle “vittime”, il vero vittimismo lo vediamo sempre di più negli uomini.
Dopo il #Metoo movement, ad esempio, c’era chi andava in giro a dire “è un momento duro per essere uomini”.
Un po’ per dire: come possiamo continuare a fare quello che facciamo da millenni quando ci denunciate alla legge e sui social?
“Ma io sono un bravo ragazzo”
Oppure un post in cui mi sono imbattuta qualche settimana fa. Un video mostrava un ragazzo e una ragazza in un locale. Parlavano amabilmente, ridevano, sembravano in sintonia.
Lei viene chiamata da una sua amica, seduta lì accanto e si gira per poterle parlare. In quell’istante, come per istinto primordiale e con poca intenzionalità, poggia una mano sul suo drink.
Il ragazzo, ripreso da un suo amico (sarebbe da chiedersi il perché, ma lasciamo stare), guarda in telecamera e fa la faccia offesa.
Nei commenti gli uomini urlano alla mancanza di rispetto, alla mancanza di fiducia, al fatto che lei sia una stron*a e che “non tutti gli uomini ti drogheranno il drink”
Le ragazze, invece, alzano le spalle: non è questione di fiducia, lo facciamo per istinto. Noi non siamo in grado di riconoscere ad occhio gli uomini che ci potrebbero drogare, stuprare, uccidere, abusare in casa, picchiare. Ma il fatto che tutti gli uomini possono essere capaci di questo, ci porta a modificare i nostri comportamenti.
L’adattamento dell’istinto femminile
Il fatto che l’istinto femminile si sia sviluppato per adattarsi a situazioni di pericolo (ne parlo anche qui e qui), come quello di essere drogate in discoteca da uomini che sembrano “dei bravi ragazzi”, fa arrabbiare moltissimo.
Il punto è che, invece di andare sulla difensiva e urlare alla misandria, gli uomini dovrebbero fermarsi e capire perché le donne dicono di odiare gli uomini, o meglio di avere poca stima per gli uomini e poche aspettative (le aspettative sono davvero bassissime, neanche al sei politico) e di essere sempre sul “chi-va-là”.
Come dice Harmange:
Non sono molti gli uomini che si domandano perché le femministe li odino tanto – scoprirebbero in fretta che le cifre sono schiaccianti. No, sono troppo impegnati a spiegarci che loro non sono così, che non è il caso di generalizzare. E soprattutto che, mettendoceli contro con i nostri men are trash, non abbiamo buone probabilità che si uniscano a noi e ci aiutino nella nostra lotta.
Per quanto io, come ho già detto qui, sia convinta che l’“aiuto” degli uomini per distruggere il patriarcato sia importante e che il patriarcato ferisca anche loro (non nello stesso modo, però), devo ammettere che per tutti questi anni le donne hanno combattuto da sole e si può sempre continuare così.
E ricordatevi che quando dite “non siamo tutti così” e “Not all men”, noi vi crediamo ma rimane la questione che “ancora troppi uomini sono così”.
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