Black Lives Matter

Black Lives Matter, un’onda che rischia di infrangersi contro i monumenti

Era il 25 maggio scorso quando George Floyd, afroamericano di Minneapolis, nello Stato del Minnesota, veniva ucciso dagli agenti della polizia. Le sue ultime parole sono ormai indelebili. “I can’t breathe”. Non posso respirare. E nell’ondata di manifestazioni che questo tragico episodio ha scatenato, queste poche parole sono diventate roccia. Un roccia sulla quale poggiano le rivendicazioni di un’intera comunità, quella del Black Lives Matter. Una comunità che a cinquant’anni di distanza da altre parole simbolo, “I have a dream”, ancora è costretta a sognare. Perché a dispetto di tutte le conquiste sociali, quella americana continua ad essere una società razzista. Le comunità afro e ispaniche, per citare quelle più numerose, sono relegate a subculture, in secondo piano rispetto alla supremazia della razza bianca. Ma un’ombra si allarga su queste legittime manifestazioni. Ed è quella della violenza, gratuita, nei confronti dei simboli della storia americana.

Il Black Lives Matter e la riscrittura della storia

La lotta, come spesso accade, si è estesa a macchia d’olio, esplodendo in altre aree del mondo. Ma come tutti i movimenti popolari, spontanei, sorti senza una specifica organizzazione, tendono a mutare. Ed è così che da quel 25 maggio ci ritroviamo oggi ad essere testimoni dell’abbattimento di monumenti dedicati a figure del passato. Molti dei personaggi vittime dei manifestanti, in vita sono stati trafficanti di esseri umani o promotori dello schiavismo nero. Di fronte a questo fenomeno, l’opinione pubblica si divide. C’è chi vede in questa decisione un gesto eclatante, di rottura con una tradizione storica e culturale sbagliata. C’è chi crede che la distruzione di monumenti non sia la soluzione. C’è chi giustifica quei personaggi bollandoli come figli del proprio tempo. Il rischio, a mio avviso, è che questa scelta possa dimostrarsi controproducente per il movimento Black Lives Matter e mettere a rischio le proprie rivendicazioni.

L’insegnamento da trarre della storia per guardare al presente

La morte di George Floyd, così come degli afroamericani come lui, è stata ingiusta ma bisogna tenere a mente l’obiettivo. Non ne faccio una questione di “erano altri tempi”. Il fatto che le società fossero diverse e certe cose fossero universalmente accettate non li rende meno colpevoli agli occhi della società. La schiavitù, il razzismo sono universalmente schifosi, oggi come ieri. Ma da quegli eventi si può trarre un insegnamento che funga da base per le rivendicazioni di oggi. La nostra è una società globalizzata, civile, eppure la guerra, la schiavitù, lo sfruttamento del lavoro minorile, le differenze economiche ci sono ancora. Siamo migliori dei nostri padri? Le evidenze ci dicono di no ed i moderni schiavisti siedono ancora ai loro posti di comando. Il nostro compito è quello di lottare affinché queste disuguaglianze vengano abbattute in tutto il mondo ed il BLM rappresenta una opportunità.

I media: amici o nemici del Black Lives Matter?

I media hanno dato un grande risalto ai cortei americani scatenati dall’uccisione di George Floyd, rendendolo un movimento internazionale. Anche in altre Nazioni, tra cui anche l’Italia, sono state organizzate manifestazioni per appoggiare la causa afroamericana. Ma si è andati oltre, rivendicando i diritti delle comunità nere anche nei rispettivi Paesi. Tuttavia la distruzione dei monumenti rischia di oscurare le giuste lotte dei manifestanti e che i media, da amici, si trasformino in nemici. Quando ci sono in gioco riforme sociali di tale portata c’è sempre qualcuno interessato a vederle crollare. Il rischio è che la decisione di abbattere delle statue possa trasformarsi in un’arma nelle mani degli oppositori per trasformare i manifestanti in teppisti. Settimana scorsa, una manifestante in Piazza del Popolo a Roma urlava “io non voglio più sognare”. Il futuro delle comunità nere nel mondo è qui. È oggi. Ma non bisogna farselo scivolare dalle mani.

ERRATA CORRIGE: Il collettivo Black Lives Matter è stato fondato nel 2013 a seguito dell’uccisione di Trayvon Martin e attualmente opera negli Usa, in Canada e in UK. Qui potrete trovare tutte le informazioni sulle attività loro attività. Chiedo scusa per l’errore.

Immagine di copertina di Koshu Kunii su Unsplash durante le proteste del Black Lives Matter a Washington.

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