La Commissione europea ha proposto un divieto effettivo delle nuove auto a benzina e diesel a partire dal 2035 e che comporterà un aumento della circolazione di auto elettriche. Questa rivoluzione nel mondo della mobilità comporterà un importante cambiamento per tutto il comparto in termini di ricerca e sviluppo, riconversione della produzione, posti di lavoro. Per non parlare delle trasformazioni che subiranno le nostre città.
Per raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero e la carbon neutrality entro il 2050 c’è bisogno, però, di un importante sostegno da parte delle istituzioni europee. A farne le spese saranno i lavoratori che perderanno il posto di lavoro.
La Platform for Electromobility, un gruppo industriale, ha affermato che un rapporto del Boston Consulting Group ha mostrato che entro il 2030 l’occupazione nell’industria automobilistica europea scenderà di meno dell’1% da 5,7 milioni di persone oggi durante la transizione ai veicoli elettrici.
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Non solo. I lavoratori dipendenti presso produttori e fornitori focalizzati sui motori a combustione diminuiranno rispettivamente del 20% e del 42%, per un totale di 500.000 posizioni perse.
Auto elettriche, un mercato del lavoro in crescita
Per un mercato che irrimediabilmente andrà a perdere ce n’è un altro che si prospetta in crescita.
L’occupazione presso i fornitori focalizzati sulla tecnologia a emissioni zero aumenterà di 300.000 lavoratori, con un aumento del 10%, afferma lo studio.
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Ovviamente dovranno considerarsi anche tutti quei lavoratori che verranno coinvolti nella realizzazione, gestione e manutenzione della nuova infrastruttura di ricarica che dovrà sorgere lungo le strade e le autostrade d’Europa.
Tuttavia resta la necessità di riconvertire, attraverso una riqualificazione delle competenze, dei dipendenti che finora hanno lavorato nel settore dei motori a combustione fossile. Non bisogna dimenticare, infatti, che quello automobilistici è uno dei settori trainanti dell’economia del vecchio continente e una rivoluzione così epocale non può avvenire senza una attenta valutazione delle ricadute in termini economici e lavorativi.
Auto elettriche, i dati del mercato
Dall’altro lato i dati parlano di un aumento delle vendite di auto elettriche ed ibride. Secondo i numeri di Acea, Associazione europea dei costruttori di automobili, nel secondo trimestre del 2021 le auto elettriche pure hanno rappresentato il 7,5% del mercato e le ibride plug-in l’8,4%.
Benissimo sono andate anche le ibride, al 19,3% di share, mentre benzina e Diesel si sono attestate su percentuali del 41,8% e del 20,4%. Nello stesso trimestre dello scorso anno, avevano fatto registrare rispettivamente il 51,9% e il 41,8%. Un bel tracollo.
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Nel secondo trimestre di quest’anno le immatricolazioni di mezzi elettrici a batteria hanno toccato quota 210.298 unità, con crescita del 231,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un risultato reso possibile grazie dal decollo della categoria “zero emissioni”, con la Spagna a +372,7% e la Germania poco dietro (+357%). Non va dimenticata, però, l’incognita pandemia che ha irrimediabilmente falsato i dati 2020.
Il resto del mercato automobilistico
Accanto alla mobilità elettrica tout court abbiamo anche altre forme di alimentazione in crescita. Con 541.162 unità vendute in UE i veicoli ibridi (HEV) si sono confermati la più grande categoria di auto a propulsione alternativa. Ma non sono le uniche con segno più.
La domanda di veicoli a gas naturale è invece aumentata del 41,8% (13.497 unità) nel secondo trimestre, sostenuta principalmente dalla notevole crescita in Italia (+94,0%), che da sola rappresenta il 75% di tutte le vendite Ue in questo segmento. Le immatricolazioni di auto a GPL, infine, sono più che raddoppiate (+134,1%) per un totale di 59.363 unità, sostenute da una buona performance in Italia (+89,5%) e Francia (+266,0%), i due maggiori mercati europei per questo tipo di vetture.
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Insomma, il percorso sino all’obiettivo 2035 è lungo e tortuoso ma i segnali sono chiari. Resta, tuttavia, da sciogliere il nodo occupazionale. Un problema sicuramente non da poco.
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